Castagneto Carducci - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Castagneto
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
BolgheriBolgheri
 Di Bolgheri sappiamo che fu il centro di un vasto territorio detto "Sala ducis Allonis", diventato poi patrimonio ducale e quindi proprietà dei Gherardesca. Oggetto di numerose incursioni e saccheggi nei secoli XVI e XV, visse il suo momento di sfortunata gloria nel 1496 quando, dopo un’eroica difesa, dovette soccombere alle schiaccianti forze dell’imperatore Massimiliano I. In quell’occasione Bolgheri venne saccheggiata ed incendiata, mentre la popolazione che si era rifugiata in chiesa – vecchi, donne e bambini – fu trucidata. Nella prima metà del Cinquecento fu ricostruito e nonostante i numerosi rifacimenti successivi, il castello ed il paese, cui si accede dall’unica porta ad arco, non hanno perso niente di quello che doveva essere il loro fascino originario. Il tempo sembra essersi fermato: qui il trascorrere delle stagioni è ancora scandito dal variare dei colori dei campi e dei poggi tutt’intorno. Gran parte della notorietà di Bolgheri si deve alla poesia carducciana "Davanti San Guido", al celebre "Viale dei Cipressi", considerato monumento nazionale, insieme al cimitero monumentale dove fu sepolta Nonna Lucia.
Marina di Castagneto CarducciMarina di Castagneto Carducci
 Sorge a ridosso di una folta pineta costiera impiantata nella prima metà del secolo scorso per difendere la campagna retrostante dai venti di mare. Si è sviluppata intorno agli anni cinquanta nelle vicinanze di un Forte settecentesco, fatto costruire dal governo lorenense per integrare e migliorare la rete difensiva lungo il litorale toscano. Marina di Castagneto è una delle località più conosciute e frequentate della Costa degli Etruschi, dotata di strutture ricettive e di divertimenti, tra cui uno dei più grandi parchi giochi della Toscana: il Cavallino Matto. La spiaggia ampia e sabbiosa è dotata di numerosi stabilimenti balneari, mentre a sud ed a nord della località, chilometri di spiaggia libera, oggetto di pulizia quotidiana, offrono ancora lo spettacolo della fioritura del gigli di mare e delle altre piante pioniere. Il Comune di Castagneto, in ragione della qualità dell’ambiente, della sua tutela e per i servizi offerti ai cittadini ed all’utenza estiva, ha ottenuto ed ottiene importanti riconoscimenti quale, ad esempio, l’assegnazione della "Bandiera Blu" ed il riconoscimento di Lega Ambiente "Eco sistema vacanze".
Torre di Donoratico
 Il Castello di Donoratico, ora in rovina, sorge su una piccola altura di m. 179 di altitudine, con le pendici assai ripide ad eccezione della parte meridionale. Fu distrutto nel 1433 a causa di una contesa tra i Della Gherardesca e Firenze. Era munito di una duplice cinta di mura che racchiudeva un ripiano. Sopravvivono alcuni ruderi delle mura esterne (tra cui la porta a sud ovest) e della torre. Di quest’ultima si conservano ancora il lato ovest (con due finestre), parte del lato nord (dove rimane traccia del quadruplo ordine di aperture ad arco) ed il lato sud, addossato ad una torre più bassa e di epoca più recente. La più alta aveva quattro piani ed una cisterna, non pare avesse una porta di ingresso, ma all’altezza di circa tre metri dal piano, si trovava un’apertura a cui si accedeva da una scala mobile che, in caso di necessità, veniva ritirata. Sul fronte ovest della torre, nelle mura superstiti, si apre una porta ad arco a tutto sesto, sormontata dai resti di una scala, a sud est di nuovo i resti di una porta di accesso al castello. La torre fu ampiamente ristrutturata da Walfredo della Gherardesca, nel 1929. In quell’occasione il conte fece asportare alcune pietre dal castello di Donoratico per costruire la torre campanaria a fianco della chiesa di S. Lorenzo , a Castagneto Carducci. Circa 400 metri sotto la torre, lungo la strada di accesso, si trovano i resti di tombe etrusche scavante nella roccia e di più recenti necropoli.
Il rifugio faunistico di BolgheriIl rifugio faunistico di Bolgheri
 Il Rifugio faunistico di Bolgheri è stato istituito nell’anno 1968, ha una estensione di 500 ettari ed è collocato al confine nord del Comune di Castagneto Carducci, fra il Mar Tirreno e la ferrovia Grosseto Livorno. La palude è attraversata da arginelli pedonabili fiancheggiati da paratie costruite in materiale naturale (cannucce) che conducono ad osservatori, costruiti con lo stesso sistema, molto ampi e confortevoli, da dove si può osservare la fauna, senza disturbarla.. All’inizio del percorso vi è una torre d’osservazione da cui si può ammirare l’intera palude. Nel Rifugio faunistico di Bolgheri è ancora presente, nella sua integrità, il tipico ambiente costiero paludoso della Maremma di un tempo. A partire dal mare si ha un arenile ampio e ben conservato con essenze pioniere altrove scomparse. Secolari ginepri proteggono dai venti salmastri il retrostante tombolo composto da pini domestici, lecci e altre tipiche essenze mediterranee; segue una fascia a foresta allagata costituita quasi essenzialmente da frassini ossifilli. Vi è poi la palude vera e propria con vasti canneti a canna di palude, pratoni allagati, chiari, cariceti, giuncheti e canali. La fauna è molto ricca. Tra i mammiferi ricordiamo: capriolo, coniglio selvatico, scoiattolo, martora, tasso, ecc. Tra gli uccelli, veri dominatori del Rifugio, ricordiamo innanzitutto le grandi presenze autunno invernali di colombacci, di storni e di anatre di superficie di varie specie. Presenti regolarmente, tra gli altri, il falco pellegrino, l’oca selvatica, la volpoca, la gru, il tarabuso, il gufo comune. Tra i nidificanti si segnalano: il germano reale, il tuffetto, il picchio verde, il picchio rosso minore, la piana, il gruccione, l’allocco, il barbagianni, la folaga, la gallinella d’acqua. Il Rifugio Faunistico di Bolgheri è visitabile dal 15 Ottobre al 15 Aprile, esclusivamente previa prenotazione presso la sede del WWF Val di Cornia - sez. di Piombino - tel. 0565/224361
IL Seggio
 Nei pressi di Castagneto Carducci si trova una bella spiaggia che prende il nome dal fiume che la attraversa. Alla destra del corso d'acqua c'è la parte di arenile meglio conservata raggiungibile, con poco sacrificio, dalla spiaggia o dal mare. Sul lato sinistro del fiume si estende invece la parte di spiaggia libera e attrezzata, con 5 ettari di pineta comunale alle spalle, dove ci si può rifugiare nelle ore più calde.
 Per arrivare a Castagneto, dall'Aurelia bisogna svoltare al bivio per Marina di Castagneto e poi chiedere indicazioni per il Parco del Cavallino Matto. Una volta raggiunto il parco, basta girare a destra per la via del Seggio, che porta al mare.
La spiaggia è segnalata tra le più belle d'Italia sulla Guida Blu del Touring Club.
Un tratto della spiaggia del Seggio è attrezzata per accogliere i cani.
Centro di valorizzazione
Centro di valorizzazione "Casa Carducci"
 Aperto al pubblico nel 1992 in seguito ad una convenzione tra il Comune di Castagneto Carducci e la famiglia proprietaria Espinassi Moratti, il Centro ha come proprio scopo quello di rievocare il legame di affezione che per molto tempo unì Carducci a Castagneto. Si deve ricordare infatti che il medico Michele Carducci, padre dello scrittore, esercitò la professione a Bolgheri dal 1838, ma per le sue convinzioni progressite e libertarie e per gli attriti con la parte più conservatrice della popolazione, si vide costretto nel 1848 a traslocare nella più tranquilla Castagneto, dove alloggiò fino al 1849. Dopo di allora, tra il 1879 ed il 1894, il poeta venne ospitato annualmente nella casa della famiglia Espinassi Moratti; fu questa l’epoca delle “ribotte”, un lungo e cordiale corollario all’attaccamento alla Maremma. L’antica permanenza del piccolo Giosuè nella residenza è ricordata dalla lapide commemorativa posta sopra la facciata del palazzo; la stanza interna ed il mobilio, messi a disposizione dagli eredi dei precedenti proprietari, intendono evocare il fascino discreto degli antichi interni familiari che fecero da sfondo alla presenza castagnetana del Carducci.
Museo archivio Carducci
Il Parco Letterario
 Numerosi i luoghi sacri a Castagneto Carducci. Citiamo tra essi i più significativi:
Oratorio di San Guido:
 Piccola chiesa a pianta ovale, posta sulla via Aurelia di fronte al Viale di San Guido e voluta nel 1703 dal conte di Bolgheri Simone Maria per onorare la memoria dell’antenato Guido, l’eremita vissuto a cavallo dei secoli XI e XII. Ne fu autore un artista fatto venire appositamente da Fiesole, Romolo Della Bella e fu scelta, secondo costume, una posizione abbastanza distante dal Casone di San Guido, già esistente, vicino al quale passava allora la Via Emilia. Questa fu spostata nella posizione attuale in occasione delle bonifiche (1779 - 1786) e la chiesina venne così a trovarsi sulla via principale.
Chiesa di Sant’Antonio Abate di Bolgheri:
 S. Antonio Abate è un santo universale ed in passato importante per il bestiame, per cui ogni località aveva sempre una chiesina dedicata al Santo; la chiesina di Bolgheri, costruita poco prima della porta di ingresso, fu costruita nel 1686 dal Conte Simone Maria della Gherardesca in ricordo della “campagna meravigliosa” di Vienna del 1683, allorchè gli eserciti cristiani sbaragliarono i Turchi e riconquistarono Buda e Pest, liberando tutta l’Ungheria.
Chiesa parrocchiale dei SS. Jacopo e Cristoforo di Bolgheri:
 E’ certo che il precedente Castello di Bolgheri, distrutto nel 1496, si trovava in ubicazione diversa dell’odierno Castelvecchio, e che fu scelta la posizione attuale forse perchè vi si trovava già un convento,o romitorio, che divenne la canonica della nuova chiesa.
 Una recente analisi delle pietre della porta di ingresso della chiesa attuale ha rivelato epoche assai più remote, intorno al 1050.
 E’ possibile che, al momento della costruzione, fossero state utilizzate molte pietre del precedente castello ma non si può escludere che vi esistesse, oltre al romitorio, anche la Chiesa.
 La chiesa di Bolgheri fu spesso oggetto di dispute tra i pievani e i conti per le spese di restauro e di manutenzione. Gli ultimi restauri avvennero nel 1902. Nell’occasione il conte Guido Alberto non badò a spese: restaurò e abbellì l’interno e l’esterno dato che entrava un nuovo pievano oriundo di Napoli e quindi “forestiero”, secondo una tradizione che non voleva assolutamente un pievano castagnetano.
Chiesa di S. Giuseppe Opifex delle Grottine:
 Si trova sulla via Bolgherese, in prossimità della casa colonica omonima. Fu costruita nel 1951 e dedicata a San Giuseppe Opifex (operaio).
Chiesa della Madonna del Carmine ("del Millanta", o "delle Rose") di Castagneto:
 Esisteva in loco un'antica chiesetta semidistrutta, già di proprietà della Campagna della Madonna del Carmine di Castagneto e, dal 1790 circa, di proprieta' della famiglia Millanta. Stando al dettato di un'epigrafe, un loro discendente, Niccola (1818-1884), donò la chiesa alla Misericordia; più specificatamente Niccola destinò alla costruzione un lascito del fratello Don Giuseppe (il "Maestro" del Carducci), ma la morte lo colse qualche mese prima dell'ultimazione della chiesa e la donazione fu effettuata a suo nome dai figli Francesco (detto "Cecconaso"), Maria Annunziata, Agata ed Evaristo (detto "Marcellino"), i quali avrebbero quantomeno ricordare nell'epigrafe quello zio Don Giuseppe che aveva finanziato I'opera.
Chiesa della Immacolata concezione (Balli) di Castagneto:
 Nell'allivellazione dei beni della Pieve di Castagneto (1835), era stato promesso dal conte Guido Alberto che, in sostituzione della chiesa di S. Giusto che era diventata privata, sarebbe stata costruita una nuova chiesa a Castagneto. Pero', neppure col figlio Ugolino si riaffaccio' il problema. Intorno al 1887, la mancata costruzione riaffioro' e si formo' un apposito comitato per erigere una nuova chiesa nella parte nuova del paese. II comitato, con presidente Antonio Moratti e direttore Domenico Moschetti, voleva la nuova chiesa nel Biancuccio; il conte Walfredo, proprietario del terreno, preferiva donare il terreno in Fontanella (sotto la strada d'accesso) : discussioni e rinvii, finché non se ne fece di nulla.
 Fu allora che Antonio Balli restauro' questa chiesina, che sorgeva sul suo possedimento, lungo la via delle Pievi (oggi via Gramsci), costruita in precedenza al canonico Don Cammillo Mori, suo zio (era fratello della madre del Balli). La chiesina e' dedicata all'Immacolata Concezione.
Cappella di S. Antonio in Castagneto:
 E la chiesa detta "del Moratti", posta in via Carducci, in quei tratto di questa via che un tempo era detta "della Maesta'". La chiesina, costruita nel 1612, era inizialmente intitolata al SS. Salvatore ed apparteneva alla famiglia Casanuova, come tutto lo stabile. Questo titolo fu dimesso nel 1818 e trasferito nella chiesa propositurale di S. Lorenzo, per far posto ad un santo di vecchia conoscenza, S. Antonio da Padova, che fino a quell'anno era stato titolare della chiesina posta in borgo. Così questa, costruita nel 1765 ed acquistata nel 1803 dai Gherardesca insieme a tutto il terreno circostante. "l'Orto di S. Antonio", poté essere demolita per far posto all'attuale stabile, l'angolo fra il Borgo e via Cavour, contrassegnato da un epigrafe celebrativa.
Cappella del SS. Crocifisso di Castagneto:
 Non è conosciuta l'epoca in cui fu rinvenuto il grande Crocifisso di Castagneto. Si sasolo, con molta approssimazione, che provienie dal monastero di S. Colombano eche è attribuito a "Scuola Pisana del '400". E' presumibile che la consegna alla "Compagnia" castagnetana sia avvenuta in epoca successiva alla concessione a livello dei beni di S. Colombano ai Gherardesca, da parte degli agostiniani, avvenuta il 22 febbraio 1519. Ricevuta la sacra immagine, fu necessario conservarla in un'apposita chiesina, non volendo (o non potendo) usufruire di quella parrocchiale che era comitale. Fu perciò costruita nel 1587, nella piazzetta antistante la chiesa Parrocchiale, questa chiesina, restaurata ed abbellita dal conte Walfredo nel 1922 ("agro suo destituit exornativ a. Dni MCMXXII"). II bel crocifisso è conservato in una teca chiusa che viene scoperta ben due volte l'anno, il 3 maggio ed il 14 settembre; ogni 3 anni viene traslato nella chiesa parrocchiale e portato in processione in occasione delle Feste Triennali.
Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo di Castagneto:
 La chiesa parrocchiale di Castagneto, essendo nel contempo la chiesa comitale del Castello di Castagneto, potrebbe essere vecchia quanto il Castello e quindi riportarci ad epoche antichissime (almeno il 754 d. C.). dopo quella data ricomparve alla storia il 9 ottobre 1507, allorché il Conte Fazio convoco' in questa chiesa 20 uomini rappresentativi dei "comunisti" di Castagneto, per definire con essi le modalità per il taglio degli alberi, cioè il diritto di legnatico. La chiesa era quindi utilizzata anche come foro o sala consiliare. I restauri apportati nel corso dei secoli non si contano: nel 1716, dopo il crollo dell'altissimo campanile dovuta ad un fulmine; nei 1770 con il nuovo pievano Don Valentino Verdiani, nel 1783, nel 1802 per l'elevazione ai rango di propositura, nel 1811 (rifacimento delle vetrate, e nel 1836 dopo l'allivellazione dei beni della Pieve di Castagneto da parte dei Gherardesca: nel contratto di livello era infatti previsto che un "grosso" laudemio, pari ad una annata di canone, cioè scudi 319.6.12.8, fosse destinato a migliorie alla chiesa; e fu ancora restaurata nel 1926, quando entro' il nuovo proposto Don Cesare Innocenti. Al termine del restauro del 1926, la chiesa presentava queste caratteristiche: due epigrafi, una a ricordoodell'avvenuto restauro e l'altra alla memoria del vescovo Morteo; sei vetrate, tre con il ricordo dei restauro e tre con le immagini di S. Lorenzo, S. Giuseppe e S. Walfredo; affreschi con S. Cristoforo, S. Lorenzo (titolare della chiesa), S. Cerbone (titolare della diocesi), S. Bartolomeo (il santo dell'abbazia), e i "santi di famiglia Gherardesca" : la beata Gherardesca, S. Walfredo ed il beato Gaddo; inoltre, di maggiori dimensioni, S. Francesco. A S. Guido, il "santo" di famiglia, è infine dedicato un altare con un grande affresco raffigurante sei leggende della sua vita. L'altare conserva in una teca alcune reliquie: del beato con la scritta 'crux maxilla cum pluribus reliquiis corporis san Guidi De Gherardesca". L'affresco, suddiviso in sei;quadri, presenta gli avvenimenti più significativi dell'agiografia reale o leggendaria del beato Guido: "1) Guido de eremitagio fuge de casa sua. 2) La grota de penitentia. 3) Sona campane en sua morte. 4) Sovra il sepolcro scopa i fiori dopo 300 anni. 5) Corpo dello Sancto nel Domo di Pisa. 6) Gloria de Sancto Guido. Si sa per certo che un tempo esisteva di S. Guido anche un busto d'argento; fu portato a Pisa e fuso, insieme al reliquiario e ad una lampada votiva, "per comprare" la pace con i Francesi nel 1796. Fusione e sacrificio effettuati, ma risultati dimostratisi vani qualche anno dopo.